venerdì, aprile 23, 2004

I MORTI AMERICANI NON VANNO IN TV

"Esporteremo la democrazia in Iraq. Anche con l'uso della forza". Parole e pensieri di George Buish che ha così motivato a suo tempo l'offensiva militare sul suolo iracheno. Peccato che la democrazia da esportare sia quella americana e superflua. Della serie: da noi la democrazia non serve e ve la piazzamo a Baghdad. Non si spiegherebbe altrimenti la disperata censura delle immagini dei caduti americani in Iraq. Mr Bush infatti non gradisce che la tv inquadri le bare di ritorno dal Middle East con i corpi dei marines caduti in battaglia. Perchè? Perchè sono tanti, troppi. Non c'è un soldato Ryan da celebrare stavolta, non ci sono soldatesse da salvare e dare in pasto alla propaganda. Bensì solo, lunghe, drammatiche e significative colonne di bare con il drappo a stelle e strisce. E a pochi mesi dalle elezioni queste immagini non servono alla causa di George W.



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mercoledì, aprile 21, 2004

BAGHDAD BLOG


Appena un anno fa solo una ristrettissima cerchia di iracheni aveva accesso ad un computer. Ancora meno erano quelli che, attraverso un pc, comunicavano con il mondo intero. Adesso spuntano Internet corner in ogni quartiere . E con la Rete spunta un nuovo fenomeno per quelle latitudini: i blogger.

Blog e Iraq. Due parole che hanno un sinonimo in Salam Pax, l'autore del blog dove si raccontava la guerra del Golfo numero due da un altro punto di vista. Quello di chi le bombe se le vedeva arrivare in testa. Nato nel 2002 per raccontare ad un amico siriano la vita quotidiana a Baghdad, Salam Pax è presto diventato un simbolo e ora anche un successo in libreria. Il tutto senza snaturare la sua funzione.

Dopo di lui altri iraqi-blog crescono. Omar Fadhill, 24 anni, dentista, ha messo in Rete iraqthemodel, un blog realizzato a sei mani con i suoi due fratelli medici. "Lo abbiamo fatto non solo per colmare la voragine tra Usa e Iraq - dicono - ma anche per avvicinare l'Iraq al resto del mondo arabo. I media danno un'idea distorta della realtà irachena, esistono oggi numerosi aspetti positivi che noi vogliamo valorizzare". Il taglio del blog è filoamericano, gli autori sono sunniti. "Riceviamo e-mail da palestinesi o arabi-americani che ci minacciano di morte, accusandoci di essere spie al servizio della Cia. Io sono amico dell'America e d'Israele - dice uno dei fratelli - ma alcuni miei colleghi in ospedale mi danno dell'infedele".

Per quel che si sa, sono trenta i blogger di grido a Baghdad. La caratteristica è la formazione familiare: Faisa Jarrar, metà sunnita e metà sciita, ha lanciato il suo blog critico nel dicembre scorso e adesso tutti i suoi tre figli hanno un blog per conto loro

Fonte Usa Today

BAGHDAD BLOG: FENOMENO PASSEGGERO O DURATURO? SCRIVILO AL BARSAURO